L’occhio umano si è assuefatto ormai a leggere le immagini senza dover seguire ostinatamente, in maniera tradizionale, i contorni disegnativi di una trattazione espressa in forma cromatica.
Colore unico, puro, steso sulla superficie pittorica in melodici accostamenti o in netti stacchi, con irruenza attuativa estemporanea oppure con diligente procedura, con razionalità.
Dare forma a un pensiero, liberare sensazioni, trasfigurare con forme primordiali le motilità interiori, sentire il colore anche attraverso gli inserti a collage.
Si giunge a scoprire che il colore, unito al gesto, può esprimere compiutamente il diagramma dell’esperienza emotiva che accompagna la conoscenza del mondo.
Lo spazio, che nel tempo si è svincolato dal limite della rappresentazione figurativa ad una incontrollabile gestualità pittorica, ma è definito in una griglia personalissima costituita da un insieme di tonalità di colore in cui trovano posto graffiature dalle diverse direzioni ed elementi archetipi di civiltà primitive.